ORIGINI - TURISMO “DI RITORNO”

Turismo per i figli di Naro, per chi vuole ritrovare le proprie origini, dove sono nati i propri avi, la nostalgia, ricercare la propria identità e proporla orgogliosamente al mondo.

Il turismo genealogico, i cui sinonimi sono turismo delle radici e turismo degli antenati, è una nicchia del turismo culturale. Può essere definito come «il complesso delle attività e delle organizzazioni relative a viaggi e soggiorni compiuti per ricercare l’origine, la discendenza e le tracce di famiglie e di stirpi, e per indagare i possibili legami di parentela, di affinità e di attinenza fra il turista e altre persone, cose e territori».

Ogni figlio di emigranti che è fuori, siamo certi, ha sempre accarezzato l'idea di visitare il paese, la città delle proprie origini porre uno sguardo indietro perché è parte di percorso individuale, voler ritrovare la propria gente ed i luoghi, per chi vuole mettere in ordine il proprio passato, quindi il proprio presente».

I legami di parentela, di affinità e di attinenza costituiscono la base imprescindibile su cui si fonda la ricerca genealogica. L’attinenza è «il vincolo genealogico che intercorre fra una persona ed un'altra, che, pur non essendo un suo parente, è comunque collegata genealogicamente alla prima, mediante una serie continua di rapporti bilaterali di coniugio, di figliazione e di fratellanza»; nel gergo comune, è una relazione logica o di fatto, un rapporto di affinità, di funzione, di amicizia o di interdipendenza. Il rapporto di attinenza va inteso in senso ampio: in primo luogo, come legame tra chi è originario di quei luoghi ed altre persone che non necessariamente gli sono legate da rapporti di parentela e affinità. Secondariamente, con cose, territori, fotografie, diari, lettere e memoriali, con abitazioni e rovine, e con le mille strade della buona o della cattiva sorte che segnarono i destini dei loro avi. Considerato che le ricerche genealogiche e quelle di storia familiare, tanto in senso stretto che in senso ampio, costituiscono un aspetto basilare del turismo genealogico.

 

Dichiarazione di Gianni Bastianelli, direttore esecutivo di ENIT

"Gli italiani residenti all’estero sono i primi ambasciatori del brand Italia presso potenziali nuovi turisti in ingresso. Infatti, negli italo-discendenti vive la tradizione di un luogo turisticamente attrattivo assieme alle diverse dimensioni culturali che connotano l’italian way of life. Tenendo conto che sono quantificabili in circa 80 milioni gli italiani o italo-discendenti all’estero, ci troviamo di fronte a una nicchia di mercato ad elevato potenziale di crescita. In questo senso il turismo generato dagli italiani all’estero risponde anche alle strategie di medio periodo dell’industria turistica italiana, in quanto fonte di un flusso di visitatori diffuso sul territorio, lontano dal turismo di massa, e omogeneamente distribuito lungo il corso dell’anno. Non è inoltre da dimenticare che il turismo di ritorno si traduce spesso in una fonte di possibili investimenti nei paesi di origine, e in una modalità per ripopolare borghi con numeri ormai residuali di abitanti. E’ necessario proseguire il lavoro di promozione integrata assieme alle Regioni in grado di abbracciare i diversi segmenti del made in Italy come cucina, design cinema, lingua, musica arte e sport. Essere italiani all’estero significa avere il compito di trasmettere un messaggio culturale unico e peculiare che connota il profilo del nostro Paese. ENIT è consapevole di tale ricchezza nell’ottica di valorizzare un patrimonio che va ogni anno reinvestito in azioni mirate a coinvolgere italiani e nuovi turisti”.

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